Come sviluppare un brand online: networking e parnership
In questa nostra serie dedicata al conquistare lo spazio per un nuovo brand abbiamo parlato delle fasi indispensabili per conquistare l’attenzione dei potenziali clienti, dallo scegliere una nicchia di mercato profittevole, al fare branding in modo efficace, contando sulla coerenza del marchio, al trovare i clienti tramite il retargeting, al produrre una content creation di alto livello fino alla necessità di posizionare il brand sul mercato. In quest’ultimo articolo della serie affrontiamo un’ulteriore necessaria fase da compiere, che risponde a una semplice constatazione: nessuno ha successo da solo. Un brand ha bisogno di un ecosistema in cui svilupparsi, composto da finanziatori, competenze, professionalità, alleati con cui camminare assieme. C’è bisogno di networking e di partnership.
Il networking per lo sviluppo del brand
Quando si tratta di sviluppare un brand, una delle attività dell’imprenditore è quella di incontrare persone e realtà imprenditoriali che gravitano attorno al settore di mercato che il brand ha intenzione di aggredire.
Questa attività, che va sotto il nome di networking, non si esaurisce certo con lo scambio dei biglietti da visita, ma riguarda la creazione di una rete di relazioni in grado di supportare in modo efficace il lancio, la crescita e la sostenibilità economica del brand e dell’azienda.
Non si tratta di pubbliche relazioni o di una passerella di imprenditori compiaciuti che si raccontano quando bene fanno quello che fanno. Il networking è un’attività strategica, è pianificazione allo stato puro, significa presentarsi all’interno di una comunità e far capire il valore che un brand può assicurare non solo all’azienda che lo presenta ma a tutta la comunità alla quale si presenta.
Fare networking significa quindi incontrare possibili e teorici finanziatori, istituzionali e privati ai quali presentare il brand evidenziando le possibilità di conferire valore al mercato e di ottenerne in cambio crescita e ricavi. Incontrare possibili alleati e partner che possono essere utili nel cammino del brand, in un percorso di reciproche soddisfazioni.
E significa incontrare professionalità diverse che possono aumentare il valore del brand migliorando i prodotti e i servizi, e inventandone di nuovi, o anche solo per proporli al mercato secondo strategie di marketing innovative.
Il networking insomma è un acqua di coltura, all’interno del quale il brand cresce, si sviluppa e può affrontare il mercato avendo tutte le potenzialità non solo per sopravvivere ma anche per diventare un protagonista e un leader del settore.
A patto naturalmente di aver fatto un networking corretto e leale, e non una pretesa di aiuto e sostegno a senso unico.
Le condizioni per un networking proficuo
Cosa vuol dire fare un networking proficuo? Come bisogna approcciarsi a questo mondo fatto non solo di possibili alleati, ma anche di potenziali competitor che invece di allearsi potrebbero farti la guerra?
Il miglior networking è quello fatto di persona.
Nessun investitore dà fiducia a un biglietto da visita. E nessun partner sceglie di allearsi solo perché lo hai invitato a mettere un like sulla sua pagina social aziendale.
Networking con gli investitori
Fare networking significa anzitutto metterci la faccia. Incontrare persone fisicamente e guardarsi negli occhi. Tutti quelli a cui chiedi di prestarti attenzione vogliono come prima cosa incontrarti e guardarti in faccia. Vogliono vedere come parli del tuo brand, se hai entusiasmo, se sei una persona con cui sarà facile andare d’accordo o se al contrario, tutto si farà difficile e faticoso.
Vogliono vedere soprattutto come reagisci alle obiezioni che, specialmente gli investitori, ti faranno. Come rispondi a domande tipo:
- “E se le tue stime di mercato non dovessero avverarsi?”.
- “E se il tuo prodotto non interesserà che una piccolissima parte del target?”.
- “E se con i tuoi margini iniziali molto stretti, ti trovassi in una crisi di liquidità?”.
Sono domande da investitori. E sono domande ineludibili, che ti faranno sicuramente e te le faranno di persona.
Come risponderai, l’entusiasmo che ci metterai, ma soprattutto la competenza che mostrerai e la solidità del business che hai immaginato, faranno la differenza. E la faranno solo durante numerosi incontri per i quali dovrai riservare il tempo necessario (che, molto spesso, ti farà pensare di star solo perdendo del tempo prezioso: ma è un tempo che dovrai comunque concedere).
Networking con imprenditori e professionisti
Altro tempo dovrai dedicare agli imprenditori e ai professionisti. I primi potrebbero allearsi con te per un periodo ristretto, tramite accordi di co-branding ad esempio. I secondi in grado, grazie alle loro competenze, di supportarti con strategie efficaci di vendita, o di finanza, o di supporto logistico.
Ma non puoi certo aspettarti che lo facciano gratis. La tua bravura e il valore del tuo business dovranno far si che i tuoi interlocutori capiscano il valore della collaborazione che proponi, convincendoli a darti l’aiuto necessario senza coprirti di fatture da pagare.
Networking con i clienti
Qualunque azienda, all’inizio si rivolge a un preciso target di clienti. Conquistare una piccola ma significativa parte di questi clienti che comprino da te ancora prima che il business nasca, o che sia appena nato, può fare sì che il tuo brand goda di una rete di sicurezza costituita da uno zoccolo duro di clienti che acquista solo perché sei riuscito a convincerli a farlo.
Sono i cosiddetti early adopters, i primi clienti che hai e che sei riuscito ad avere perché li hai incontrati prima. li hai convinti della bontà del tuo prodotto o servizio e glielo hai già venduto (naturalmente a prezzi particolari, o rateizzati, o conferendo loro un qualche vantaggio).
Come gli altri, anche questi tuoi primi clienti, non vengono dal nulla. Li hai cercati, li hai incontrati, hai pensato a dei vantaggi specifici per loro e alla fine sei riuscito a convincerli.
Gli eventi di networking
Ci sono eventi di networking per ogni nicchia immaginabile. Per gli imprenditori, ci sono migliaia di opportunità per mettersi in gioco e creare connessioni con gli altri. Le camere di commercio ne organizzano a decine ogni anno. Basta cercare su Google eventi startup e ne trovi centinaia, sia nazionali che internazionali, a seconda dell’ampiezza del tuo business.
Partecipare a questi eventi significa cominciare a fare una prima lista di potenziali alleati a cui poi rivolgersi.
Puoi partecipare anche ad apposite gare tipo “presenta il tuo business a 30 investitori in 3 minuti ciascuno”: questo tipo di gara ad esempio l’ho fatta io a Milano allo Smau dove si trattava di parlare a trenta investitori potenziali consecutivamente. Un vero massacro, dal quale però ho ricavato un contatto interessante che poi ha avuto un seguito di più incontri.
Questo tipo di eventi esistono non solo per gli investitori, ma anche per i professionisti, i competitor, ci sono fiere di settore per ogni nicchia di mercato, non puoi certo partecipare a tutte, ma è necessario partecipare a molte.
Fai una lista di eventi per tipologia: investitori e partner e parti all’arrembaggio. Il networking si fa di persona personalmente, come diceva il brigadiere Catarella nei romanzi del commissario Montalbano.
Le partnership
Il networking si fa anche per stabilire e stringere accordi proficui con i partner. Ogni azienda ha sempre bisogno di partner, realtà che ti affiancano per una parte, lunga o corta del tuo cammino, in cambio di vantaggi, che spesso sono reciproci.
Ti accompagnano e si supportano non perché sei particolarmente simpatico (aiuta anche, ma non è tutto), ma perché sei utile e conveniente e grazie a te possono conseguire dei vantaggi, di qualunque natura, non solo economici.
Spesso i partner sono altre startup o imprenditori con idee e obiettivi e visioni simili alle tue. Magari collaborando con te possono perfezionare la loro strategia aziendale, o entrare in nella tua nicchia di mercato non per vendere i tuoi prodotti, ma per vendere i loro, che sono complementari ai tuoi, come ad esempio, le startup nel settore tecnologico che spesso formano partnership strategiche per sviluppare prodotti complementari e accedere alla reciproca base di clienti.
Come scegliere i partner
Un errore da evitare quando si parla di partnership è fare grandi chiacchierate piacevoli ma senza stabilire precisi obiettivi e conseguenti compiti reciproci. In questo caso la partnership non solo non porterà a nulla, ma produrrà anche insoddisfazione reciproca con ulteriori ricadute negative sul mercato.
Al contrario, con il partner bisogna fissare obiettivi certi e misurabili. Una partnership valida prevede
- Cosa i partner devono fare.
- Per quanto tempo devono farlo.
- Per conseguire quale obiettivo.
- I parametri per misurare il raggiungimento o meno dell’obiettivo.
È necessario evitare qualunque equivoco anche a cominciare dalla parola “partner”. Un partner è qualcuno che ti affianca per offrirti un vantaggio e con questo ottenendo un vantaggio per lui.
E inoltre deve trattarsi di una attività che il partner è tenuto a fare.
Molto spesso si pensa che inserire il logo del brand all’interno di un catalogo, o di una manifestazione costituisca una partnership.
Non lo è, perché inserire un logo in manifesti o materiali di comunicazione, senza fare nient’altro, non è una attività. È un accordo, una collaborazione, ma non è una partnership.
Il partner giusto
Non pensare al chi, pensa al perché. Qual è il vantaggio, l’opportunità, che quel partner potrebbe assicurarti?
Di cosa hai bisogno quel partner? Di cosa ha bisogno lui da te? E come potrebbe funzionare? Non c’è nessun altro che potrebbe farlo meglio? Prima ancora di contattarlo, rispondi a queste domande.
Tipologie di partnership
Le partnership tra brand possono assumere diverse forme, a seconda degli obiettivi e delle modalità di collaborazione. Ecco alcune delle principali tipologie di partnership:
- Co-branding. Due o più marchi si uniscono per creare un prodotto o servizio unico, sfruttando la reputazione e il valore di entrambi. Ad esempio collaborazioni come quella tra Nike e Apple per l’Apple Watch Nike Edition.
- Partnership di marketing congiunto. I brand uniscono le forze per promuovere i propri prodotti o servizi insieme, spesso con campagne di marketing congiunte. McDonald’s che collabora con Disney per inserire giocattoli a tema nei suoi Happy Meal.
- Partnership di distribuzione. Un brand consente a un altro di distribuire i suoi prodotti attraverso la propria rete di distribuzione. Come Starbucks che vende i suoi prodotti confezionati nei supermercati tramite partner distributivi come Nestlé.
- Collaborazione di licenza. Un brand concede a un altro il diritto di utilizzare il proprio nome o proprietà intellettuale in cambio di una licenza. Come Marvel concede in licenza i diritti sui suoi personaggi per prodotti come giocattoli o abbigliamento.
- Alleanza strategica. Due o più aziende collaborano a lungo termine per raggiungere obiettivi strategici comuni, mantenendo comunque l’indipendenza. La partnership tra Microsoft e Samsung, dove integrano i rispettivi software e hardware per un’esperienza utente migliorata.
- Partnership di contenuti. I brand collaborano per creare contenuti condivisi, come video, articoli o campagne sui social media.Come Netflix che collabora con brand di moda per produrre serie TV che incorporano marchi di abbigliamento nei costumi dei personaggi.
- Partnership di sponsorizzazione. Un brand sponsorizza eventi o entità di un altro settore (es. sport, arte, intrattenimento) per ottenere visibilità. La sponsorizzazione della Coca-Cola per i Giochi Olimpici.
- Partnership filantropiche o di responsabilità sociale. Due brand o un brand e un’organizzazione no-profit si uniscono per promuovere cause sociali o iniziative filantropiche. Lavorare insieme per campagne ambientali o iniziative di sostenibilità, come Patagonia che collabora con enti di conservazione.
- Joint venture. Due aziende creano una nuova entità legale congiunta per sviluppare nuovi prodotti, servizi o espandere la propria offerta.Sony e Ericsson che hanno creato Sony Ericsson per sviluppare telefoni cellulari.
- Partnership di innovazione. I brand si uniscono per investire in ricerca e sviluppo, lavorando insieme su nuove tecnologie o soluzioni innovative. Come le partnership tra aziende automobilistiche e tecnologiche per sviluppare auto a guida autonoma.
Ogni partnership può essere modulata a seconda delle necessità specifiche dei brand coinvolti, adattandosi agli obiettivi strategici e al pubblico di riferimento.
Sviluppare un brand: networking e partnership in conclusione
Come hai visto, networking e partnership sono elementi fondamentali per lo sviluppo di un brand, poiché permettono di costruire una rete di relazioni strategiche con soci, collaboratori e partner.
Queste connessioni ampliano le opportunità di crescita, facilitano l’accesso a nuove risorse e mercati, e rafforzano la reputazione del marchio. Le partnership, in particolare, possono dare vita a collaborazioni che generano innovazione, aumentano la visibilità e migliorano la competitività.
Investire nel networking consente di trovare alleati chiave che condividono visioni e obiettivi, creando un ecosistema di supporto indispensabile per affrontare le sfide del mercato moderno.