AI nell’email marketing e nelle automazioni: cosa fa e cosa farà
L’intelligenza artificiale sta generando grandi cambiamenti, quando non vere e proprie rivoluzioni in tutti i campi del lavoro, e naturalmente anche l’email marketing e l’automation marketing non ne sono esenti. In che modo l’AI è già entrata ed entrerà nell’email marketing automation e cosa cambierà o rivoluzionerà? Quali funzioni e strumenti renderà migliori? In questo articolo cerchiamo di offire qualche risposta, tenendo presente che non è una questione di “se” l’AI rivoluzionerà l’email marketing” ma di “quando” lo farà.
Facciamo quindi un punto su cosa è già possibile fare con l’AI e tentiamo un affaccio su quelli che saranno gli scenari a breve termine. Spoilerando già un primo finale: il marketer come figura chiave nell’ideazione di campagne, nell’individuare bisogni e desideri dei clienti ai quali fornire prodotti in grado di soddisfarli, non è figura destinata a scomparire.
AI nell’email marketing e nelle automazioni: cosa fa già e cosa farà
Un recente rapporto Hubspot sullo stato dell’intelligenza artificiale generativa nel marketing rivela che un professionista aziendale su cinque utilizza l’intelligenza artificiale nel proprio ruolo.
I professionisti interpellati affermano che l’AI ha influenzato il modo in cui si creano i contenuti e che i vantaggi principali sono il risparmio di tempo, il miglioramento della qualità e la maggiore personalizzazione.
Inoltre, gli addetti al marketing che utilizzano l’intelligenza artificiale generativa risparmiano in media più di 3 ore su ogni contenuto, il che libera tempo per attività più importanti e creative.
AI nell’email marketing: le funzioni già disponibili
L’AI è già entrata nel mondo dell’email marketing automation, ad esempio all’interno di un player che noi di Active Powered conosciamo bene: il software di email marketing/CRM ActiveCampaign.
Editor AI in ActiveCampaign
Da qualche mese è disponibile il nuovo generatore di testi di ActiveCampaign, per generare testi e oggetti per le tue email automatiche, con speed test e quant’altro.
In particolare il nuovo editor permette di:
- Generare rapidamente contenuti di testo con semplici istruzioni.
- Fornire feedback sul tono, sulla lunghezza.
- Tradurre i contenuti in altre lingue.
- Produrre contenuti per SMS efficaci.
L’automazione intelligente
Anche sulle automazioni ActiveCampaign sta lavorando alacremente per permettere quello che loro chiamano “democratizzazione delle automazioni”, ovvero rendere la progettazione e l’esecuzione delle automazioni una pratica facile da utilizzare, saltando le parti complesse attualmente necessarie per realizzarle.
Nell’imminente futuro, dicono da ActiveCampaign, si creeranno “esperienze cliente attraverso canali, segmenti di pubblico e messaggi a partire da un singolo prompt o obiettivo. Saranno identificati molto più facilmente segmenti target, per cui progettare sequenze in uscita con l’aggiunta di ramificazioni complesse e contenuti personalizzati, il tutto in pochi minuti”.
Chiudere un lead dipende dal coinvolgimento del cliente ma anche dalla tempestività dell’offerta, ed è su questo fronte che le automazioni di ActiveCampaign andranno a impattare, rendendo tutto molto più semplice – ed effice – per i marketer.
Email marketing & automation: l’AI che vedremo arrivare
Se queste sono le novità che già ci sono, vediamo cosa si prospetta come imminente nello scenario generale.
Il punto di partenza è che nell’email marketing, i marketer devono gestire enormi quantità di dati ed eseguire molte attività per generare una campagna email di successo.
L’obiettivo è quindi il risparmio del tempo lasciando all’intelligenza artificiale il compito di svolgere attività come la raccolta dati e la gestione delle attività ripetitive, per permettere ai marketer di concentrarsi sull’ideazione e pianificazione delle campagne e nell’ottimizzazione di una completa customer experience per il cliente.
Quali sono le attività che saranno completamente (o quasi) gestite dall’AI?
Generazione di testi e contenuti personalizzati
Scrivere testi, oggetti, pre-intestazioni delle email sarà sempre più veloce con contenuti personalizzati, cuciti su misura per tutti i target e per tutte le fasi di avanzamento nei funnel, grazie ad una segmentazione capillare della lista clienti. Molto presto gli algoritmi di intelligenza artificiale analizzeranno il modo in cui gli abbonati interagiscono con le email (e con il brand in generale) e utilizzeranno questi dati per consigliare contenuti, prodotti o servizi in linea con i loro interessi.
Automazioni e chatbot in CRM
Molto presto i CRM, i software che gestiscono i rapporti con i clienti, saranno sempre più innervati dall’AI, ad esempio individuando i lead caldi e caldissimi tramite il tracciamento del loro comportamento nella lista e nel sito, allo scopo di inviare loro sequenze di email personalizzate generate e inviate in automatico, senza più intervalli di tempo dovuti all’analisi e alla creazione di contenuti ad hoc dell’operatore umano.
Quando un lead è caldo ed è pronto a comprare, più tempo passa e più questa intenzione di acquisto diminuisce fino a sfumare. Abbattere i tempi di reazione e far partire email idonee a trascinare l’utente all’acquisto è la sfida da vincere e a cui l’AI potrà dare una grossa mano.
I lead caldi e caldissimi saranno quindi segnalati al team vendite che all’interno del CRM si vedranno balzare all’attenzione i nominativi da contattare al più presto.
Tracciamento contatti completo
L’AI può gestire enormi quantitativi di dati, analizzandoli ed elaborandoli, sostituendosi completamente l’operatore.
Sarà possibile quindi elaborare l’intero comportamento dei contatti in lista email e nel sito, con un dettaglio infinitesimale, attribuendo automaticamente punteggi di interesse basati sui comportamenti considerati rivelatori di intenzioni di acquisto: aperture e click su email, analisi del tempo trascorso dall’utente su una email, tempo di permanenza nel sito, stima dell’interesse su contenuti e prodotti, se interpella il servizio clienti o anche se solo guarda i contenuti del servizio clienti, se legge delle recensioni di altri clienti, insomma un tracciamento mai visto prima, con elaborazioni di consigli e suggerimenti di interventi possibili.
Predittività su chiusure vendita e trend di ri-acquisto
Da questo tracciamento profondo, l’AI fornirà previsioni di acquisto attendibili, fornendo anche consigli e suggerimenti sui prodotti da offrire, su eventuali sconti da praticare, quali contenuti utilizzare in un’offerta commerciale e così via.
Per poi, dopo l’acquisto, ricominciare l’analisi dei comportamenti fino a formulare previsioni di tempi e modi per un riacquisto, sempre tutto visibile all’interno di un CRM, con avvisi e alert costantemente all’attenzione dei commerciali o agli addetti alla vendita.
Segmentazione intelligente
La segmentazione è una tecnica indispensabile nell’email marketing e va fatta bene e in maniera profonda. L’AI svolgerà questo compito incrociando i dati degli utenti con i comportamenti, le abitudini, gli storici di preferenza prodotti e acquisto, attività noiose ed estenuanti per le quali i marketer attualmente spendono centinaia di ore all’anno in attività oltrettutto da rifare periodicamente per poter disporre di dati continuamente aggiornati.
Utilizzando l’intelligenza artificiale, gli esperti di marketing possono lasciare all’AI il compito di segmentare in tempo reale il proprio pubblico in base a vari criteri come demografia, comportamento e cronologia degli acquisti fornendo automaticamente contenuti altamente mirati e personalizzati.
L’intelligenza artificiale prossima. Con cosa avremo a che fare?
Dopo questi cambiamenti che stanno già avvenendo o che avverranno a brevissimo, cosa ci riserva il futuro a medio termine dell’AI nell’email marketing.
Proviamo a fare qualche ipotesi.
Interfacce intelligenti
Qualunque software noi utilizziamo oggi, è gestito da una interfaccia o dashboard. Questa metodologia è destinata a restare e a perfezionarsi sempre di più. È probabile che nel medio termine avremo a che fare con interfacce e dashboard sempre più intelligenti, che ci rivolgeranno domande concernenti i nostri obiettivi.
La dashboard intelligente
“Cosa vuoi fare oggi?”, chiederà la nostra dashboard intelligente e mano mano che otterrà risposte, genererà altre domande, fino alla realizzazione del compito che si ha in mente.
“Creami un’automazione di questo tipo”, “mi servono delle email giornaliere con questo framework”, “crea delle bozze per questa categoria di email”, “realizzami una automazione che tenga conto di questa e quella condizione”, è la probabile dashboard di un futuro non troppo lontano, un po’ come il maggiordomo-ingegnere Jarvis di Iron Man.
Un’interfaccia alla quale chiedere qualunque cosa. Un’AI che quindi oltre a realizzare le cose, indichi gli elementi che mancano, consigliando su come costruire al meglio l’attività desiderata.
Il sistema ibrido
Quello appena descritto è il prossimo futuro a medio termine. Nel breve termine è lecito aspettarsi un sistema ibrido operatore-AI con la seconda che man mano prenderà sempre più spazio, liberando il marketer dai compiti ripetitivi per permettergli di concepire e realizzare le attività creative.
Cosa aspettarsi nel futuro dell’email marketing dall’AI
Questa è una previsione difficile da fare. Quel che è certo è che l’AI andrà ad occupare piano piano, o meglio abbastanza velocemente tutti i task ripetitivi che fanno perdere tempo, per permettere la generazione di valore aggiunto in maggiore quantità.
E qui veniamo alla domanda la cui risposta abbiamo già spoilerato all’inizio.
l’AI può sostituire il marketer?
La risposta è no. L’intelligenza artificiale, come abbiamo visto, può facilitare molto compiti, sostituirsi all’umano in tante attività, ma almeno al momento appare lontana dal riuscire a creare e a immaginare quello che può immaginare e creare un umano.
Attualmente l’AI non appare ancora minimamente in grado di concepire copy di alta qualità direttamente da zero, non è in grado di strutturare un funnel partendo da zero, non è in grado di ricavare scenari e previsioni di qualità dalle risposte di un sondaggio, non disponendo dell’intuito, della capacità di immaginazione, del “fiuto” di un umano, e di un professionista.
Non puoi chiedere ad esempio all’intelligenza artificiale di dirti quale è il prodotto giusto da lanciare. Può aiutarti nella scelta fornendoti i dati e consigliandoti in base a questi, ma non sostituire la capacità di immaginazione di un umano derivanti dall’esperienza e dagli studi fatti.
Di conseguenza, il marketer, la persona pagata per inventare strade sempre diverse per vendere all’interno di un mercato, continuerà ad esistere e ad essere ben pagata. Grazie all’AI però avrà molto più tempo a disposizione, alleggerita com’è da tutta l’implementazione tecnica e di analisi dei dati, demandata completamente all’AI.
Perciò una singola persona che gestiva cinque clienti, grazie all’AI ne potrà gestire 10.
Questo è il vantaggio.
Non viaggeremo ancora nello spazio grazie a chat GPT, ecco. Almeno non nel breve termine.
Il futuro del prompt designer
Una figura connessa all’AI di cui si parla molto è quella del prompt designer, ovvero la persona che sa dialogare con la macchina attraverso i cosiddetti prompt, ovvero gli input che chatGpt o chi per essa riceve e in base ai quali genera le sue risposte, gli output.
Chiunque abbia utilizzato chatGPT sa che la qualità di un prompt è fondamentale per avere una risposta altrettanto qualitativa. Con un prompt banale si otterrà una risposta generica e superficiale e così via.
Ad esempio su chatGPT è necessario scrivere dei prompt accurati e molto dettagliati con istruzioni precise, per poter ottenere delle risposte non banali e superficiali che non si debbano cestinare per ricominciare daccapo o peggio, rinunciare e scriversi i contenuti autonomamente.
Il prompt designer sarà una professione?
Da qui in molti hanno indicato il prompt designer, la persona che rivolge le domande a una AI come una professione del futuro, che tutte le aziende chiedono e soprattutto chiederanno, e naturalmente sono giù sul mercato manuali di ogni tipo e corsi online per diventare prompt manager, prompt designer, prompt specialist eccetera.
No, il prompt designer NON ha un futuro
Non ce l’ha per due motivi, anzi tre.
Il primo è che siamo in una fase storica di passaggio e in questa fase certamente serve qualcuno che rivolga domande all’intelligenza artificiale. Ma l’AI procede ad una velocità estrema nel perfezionarsi e di conseguenza, sarà sempre più in grado di capire cosa dice un imput senza il bisogno di utilizzare termini particolari o istruzioni inserite in un certo ordine.
Il secondo motivo è che all’AI (ma anche all’azienda) serve uno specialista che sappia prima di tutto cosa chiedere e perché. Il come, ovvero utilizzare i termini giusti e istruzioni dettagliate per ottenere output di qualità, è un ulteriore capacità, ma è appunto una skill, una competenza che chiunque di noi lavori in qualunque campo, dovrà possedere.
Un’ulteriore competenza quindi, non una professione a sé.
E il terzo motivo è che per generare vero valore aggiunto per le aziende e conferire loro un vero vantaggio competitivo bisognerà dare molto di più di un prompt di 4 righe all’AI per ottenere valore vero, e non fuffa o output superficiali o peggio sbagliati.
Non ci sarà alcun bisogno di un prompt designer, ma di addetti e di responsabili che sappiano dialogare allo stesso modo con un cliente o un fornitore e con l’AI.
AI nell’email marketing e automation: cosa fa e cosa farà, in conclusione
Come hai visto siamo agli albori di una nuova tecnica in grado di generare cambiamenti in modo profondo quanto repentino e anche l’email marketing non ne sarà esente.
Quello che devi fare è utilizzare i nuovi tool di intelligenza artificiale in ogni luogo dove sia possibile allo scopo di impratichirti e risparmiare tempo ove possibile, lasciando all’AI i compiti noiosi e ripetitivi per concentrarti laddove davvero serve e dove l’AI, almeno per il momento non sembra poter arrivare: creatività, intuito, fiuto, determinazione, coraggio, intelligenza (umana, non artificiale).
Se non hai già cominciato, fallo subito e conquista il tuo vantaggio competitivo.