Come scrivere copy con l’AI

Se c’è ancora qualcuno che in questi ultimi mesi non ha mai sentito parlare di intelligenza artificiale, di Chat GPT, di “copywriter che stanno per perdere il lavoro” e non ha mai visto titoli come “Questo articolo è stato scritto da un bot”, “Questo video è stato progettato dall’intelligenza artificiale”, “Questo script di codice è stato scritto da Chat GPT”, be’, c’è da provare ammirazione per lui. Avrà passato tutto questo tempo al mare in qualche isola deserta, e noi non possiamo far altro che invidiarlo.

Per tutti noialtri invece, nel mondo civilizzato e collegato, non si è parlato d’altro che di intelligenza artificiale. E di pericoli connessi, posti di lavoro in bilico, rivoluzioni annunciate e altre profezie.

In particolare ad essere preoccupati per l’avvento dell’AI ci sono i copywriter. Da quando OpenAI ha lanciato ChatGPT, non sono pochi i professionisti della scrittura che sono andati nel panico.

Ma è davvero così? I copywriter stanno per estinguersi, o invece i timori sono infondati?

Abbiamo ritenuto perciò utile scrivere un articolo sulle prospettive del settore del copywriting dopo l’avvento dell’intelligenza artificiale, allo scopo di fare un primo punto e di sgombrare il campo da paure irrazionali e timori immotivati.

Cos’è Chat GPT

Anche se probabilmente lo sai già fino alla nausea, Chat GPT è “una delle” intelligenze artificiali attualmente disponibili. Ma ce ne sono di altre. Google sta sviluppando la sua e altre big tech stanno lavorando a versioni proprie.

ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer), traducibile in “trasformatore pre-istruito generatore di programmi di dialogo”, è un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning (apprendimento automatico), specializzato nella conversazione con un utente umano, sviluppato da OpenAI (Wikipedia).

Il modello è stato lanciato il 30 novembre del 2022, attirando l’attenzione di tutti sia per la possibilità offerta a tutti di utilizzarla gratuitamente previa registrazione sul sito di OpenAI, e sia per la sua capacità di fornire risposte articolate e dettagliate in qualunque ambito, cosa che ha generato un grande stupore collettivo.

Chat GPT infatti è capace di scrivere qualunque cosa, a cominciare da tutti i contenuti che normalmente servono al web e al marketing on line, Questo almeno in teoria, Ma è davvero così?

Come scrivere copy con l’AI

Secondo quanto si dice, l’intelligenza artificiale starebbe per “terminare” tutti quelli che per mestiere scrivono e producono contenuti, compreso chi sta scrivendo ora questo articolo.

Per quanto mi riguarda ho provato a lungo Chat GPT e ho concluso che no, per ora e ancora per un po’, i copywriter non hanno nulla da temere dall’intelligenza artificiale.

Anzi, al contrario, possono pensare all’AI come una grande opportunità di velocizzare e migliorare il proprio lavoro.

A patto naturalmente, di avere un atteggiamento positivo verso questa tecnologia, imparare cioè a capirla e utilizzarla senza rifiutarla a priori, infilando la testa sotto la sabbia.

Detto questo, andiamo a vedere di che si tratta, spiegando in breve con cosa abbiamo a che fare.

Come scrivere articoli con ChatGPT

Sgombriamo subito il campo dalle leggende. Attualmente è possibile chiedere a ChatGPT di scrivere un articolo, poniamo di mille parole, al posto di un copy?

Chiediamolo direttamente a lui/lei.

Questa è la risposta completa dell’AI:

“Negli ultimi anni, la tecnologia di intelligenza artificiale è diventata sempre più sofisticata, portando alla creazione di strumenti come Chat GPT, un grande modello di lingua artificiale creato da OpenAI. Molti si chiedono se questa tecnologia potrà sostituire i copywriter umani nel futuro.

Per capire meglio questa questione, è importante comprendere come funziona Chat GPT. Questo strumento utilizza un algoritmo di apprendimento profondo per analizzare grandi quantità di dati e imparare a produrre testo in modo autonomo. Il modello è stato addestrato su enormi quantità di testo proveniente da diverse fonti, tra cui libri, articoli di notizie e pagine web.

La capacità di Chat GPT di produrre testo autonomamente è impressionante. Questo strumento può creare articoli, post di blog e persino romanzi che sembrano scritti da esseri umani. Tuttavia, ci sono ancora alcune limitazioni che impediscono a Chat GPT di sostituire completamente i copywriter umani.

In primo luogo, Chat GPT è ancora una macchina e non ha la stessa creatività e intuizione che i copywriter umani possono avere. Mentre Chat GPT può produrre testo in modo autonomo, questo testo spesso manca di una vera e propria personalità e originalità. Gli esseri umani sono in grado di trovare ispirazione in modi che le macchine al momento non possono imitare.

In secondo luogo, ci sono ancora alcune aree in cui Chat GPT ha difficoltà a competere con i copywriter umani. Ad esempio, Chat GPT può creare testo in modo rapido ed efficiente, ma può avere difficoltà a creare contenuti che siano veramente efficaci dal punto di vista commerciale o promozionale. I copywriter umani, d’altra parte, sono in grado di creare contenuti che siano persuasivi e che possano aiutare a convincere i clienti a compiere un’azione specifica.

Infine, ci sono alcune sfide etiche che vengono sollevate quando si considera l’uso di Chat GPT come sostituto dei copywriter umani. Ad esempio, molte persone potrebbero non voler interagire con contenuti che non sono stati scritti da esseri umani reali. Inoltre, c’è il rischio che Chat GPT possa essere utilizzato per creare contenuti fraudolenti o ingannevoli.

Ciò nonostante, ci sono alcuni casi in cui Chat GPT potrebbe essere utilizzato con successo per sostituire i copywriter umani. Ad esempio, se il lavoro richiede la produzione di grandi quantità di testo generico, Chat GPT potrebbe essere in grado di creare questo testo in modo rapido ed efficiente. Inoltre, se il lavoro richiede la traduzione automatica in tempo reale di testo scritto o parlato, Chat GPT potrebbe essere molto utile.

In conclusione, Chat GPT rappresenta una tecnologia molto promettente per il futuro della scrittura. Tuttavia, ci sono ancora molte limitazioni che impediscono a questa tecnologia di sostituire completamente i copywriter umani.

L’intelligenza artificiale c’è ma va guidata

Al momento l’intelligenza artificiale ti fa guadagnare molto tempo ma non funziona come molte persone credono. Non siamo in Minority Report, non puoi dare come input “scrivimi un articolo sulla Seo” per ottenere un articolo completo come potrebbe farlo un copywriter specializzato. Serve fare diversi passi per guidare l’intelligenza artificiale ad un risultato utile per l’utente, che è l’obiettivo finale per cui si scrivono contenuti per la rete e per il marketing.

Occhio agli errori

Molti utenti che hanno cominciato a usare l’AI si sono infatti accorti che le risposte articolate e dettagliate non significano in nessun modo “risposte complete ed esatte”. Al contrario, l’AI spesso fornisce dati inaccurati, parziali quando non palesemente errati.

In sostanza, ci si è presto accorti che l’efficacia di Chat GPT e di conseguenza il suo valore, dipendono dall’accuratezza e dalla qualità delle domande che gli vengono sottoposte. Domande ben definite, chiare e univoche, con un obiettivo preciso e inequivocabile generano risposte utili per l’utente. Al contrario, quesiti poco chiari, incompleti o ambigui, producono risposte altrettanto generiche, incerte, e parziali, quando non palesemente errate.

Quali testi possiamo far scrivere ad una AI?

C’è un aspetto della scrittura che non è facilmente rimpiazzabile. Un computer non può attingere alle interazioni umane necessarie per una storia capace di coinvolgere il lettore. Un computer non può vivere la vita di un essere umano.

Questo è un aspetto che salta subito all’occhio dell’operatore di una AI. La scrittura prodotta appare generica, superficiale, fredda, priva di connessioni emotive.

L’Ai può scrivere efficacemente testi brevi e generici

Per descrizioni di prodotti per siti di e-commerce o altri tipi di testi brevi e descrittivi che non cercano esattamente di creare una connessione umana, allora si, l’AI può rappresentare una vera alternativa, perché più veloce e a costo zero o quasi. Ma per altri tipi di testi, complessi e argomentati, la musica è tutt’altra.

Come utilizzare l’AI per scrivere testi complessi

Uno dei modi per utilizzare con profitto un’AI è farle creare strutture e mappe del testo. Ad esempio, se dovessi scrivere un articolo sulla segmentazione nell’email marketing, devo dargli input precisi, in gergo detti prompt, cioè prospetti chiari e univoci. 

Uno dei modi più efficaci per guidare l’AI nell’approfondimento dell’argomento di interesse è formulare la domanda chiedendole di “agire come”, cioè di impersonare un ruolo.

In questo caso l’AI ha generato una mappa di sei capitoli con diversi paragrafi per ogni capitolo. Un buon lavoro. Anche se ancora privo di approfondimento. In questa mappa ad esempio manca tutto l’approfondimento sulle segmentazioni avanzate, cenni sull‘automazione delle email nell’automation marketing, e almeno un passaggio sui CRM.

Ma anche restando in superficie, è necessario che un umano verifichi pertinenza, esattezza, e congruità, anche nel caso di una prima mappatura. Elementi che non sono affatto scontati.

Avere a che fare con un’AI significa sempre verificare ogni risposta affinché non manchi nulla di essenziale (cosa che accade spesso), o che non ripeta ossessivamente alcune affermazioni generiche, costringendo l’operatore ad eliminare le ripetizioni (cosa che accade spessissimo).

Realizzare una struttura completa di argomento

Una volta ottenuti punti principali, puoi chiedere di elencarti una serie di sottopunti, paragrafi, che a loro volta dovranno essere controllati dal copywriter umano, che li rileggerà e selezionerà quelli che vanno bene, quelli da modificare, e quelli da eliminare perché non pertinenti o ripetitivi.

Quindi pian piano, per ogni sottopunto ti fai scrivere un paragrafo, leggi tutti i paragrafi e di nuovo procedi per selezione, togli, aggiungi, modifichi e una volta che hai ottenuto tutti i testi e verificato che le informazioni ottenute siano complete e soprattutto veritiere puoi anche procedere a farti scrivere l’articolo completo.

Come vedi, c’è un processo di feedback costante nel quale si procede per input che generano degli output che una volta controllati e raffinati, ridiventano input che generano altri output che a loro volta, controllati e raffinati, ridiventano ulteriori input e via di questo passo.

Al momento un copywriter professionista impiega lo stesso tempo a scriversi l’articolo di suo pugno, rispetto a quello impiegato a “guidare” l’AI a scrivere lo stesso articolo. E forse anche meno.

L’AI ha bisogno di un “domatore”

In sostanza, l’AI va appositamente condotta e anzi “domata” da un copywriter che la conosce, sa come funziona e come produce e sa dove condurla e con quali risultati. Una sorta di “domatore” che addestri “la bestia” e le faccia eseguire esattamente i compiti previsti, facendole cambiare immediatamente direzione appena intravede una deviazione da quelli che sono gli obiettivi.

Gli articoli generati dall’AI non sono uguali

Un’altra domanda molto diffusa è: l’articolo che sto chiedendo all’AI, sarà uguale a quello di un altro che le ha chiesto la stessa cosa?

Questo è molto difficile che accada. Ogni richiesta rivolta all’AI è proveniente da un umano ed è molto difficile che due richieste di due umani siano esattamente e perfettamente uguali. Di conseguenza, anche il testo generato dall’AI sarà differente.

Ad esempio:

Se invece provi a mettere la domanda in maniera diversa, ecco che la risposta cambia completamente.

Anche ammettendo che le domande di partenza siano assolutamente uguali, compresa la punteggiatura, feedback dopo feedback, input dopo input, l’articolo che stai generando sarà sempre più diverso da quello che sta ottenendo un tuo concorrente.

Questo perché se il punto di partenza è lo stesso, i feedback e gli input sono via via diversi e genereranno risposte sempre diverse.

Per i copywriter l’AI può essere un valido assistente

Come devono considerare l’AI allora i copywriter? L’esempio migliore è quello del buddy, l’assistente che sui campi da golf porta l’attrezzatura e porge al giocatore la mazza migliore per il colpo su quella particolare frazione di campo.

L’AI è il buddy del copywriter, può fornire velocemente tutto quello che serve: dati, statistiche, ricerche e relative fonti, realizzare mappe e strutture di argomento, sintetizzare, riassumere, rispondere a domande specifiche, fornire spunti da approfondire.

Un assistente con tutta la cassetta degli attrezzi e la valigia delle fonti sempre dietro.

Ma per il lasciare che sia lei a realizzare tutto il dipinto, dopo un solo comando, siamo ancora lontani. Attualmente e per diversi anni ancora saranno i copywriter che hanno in mente l’obiettivo finale a condurre il gioco.

Più contenuti in minor tempo

Il vantaggio vero per i professionisti che riusciranno a usare l’AI come assistente è il tempo risparmiato.

Un copywriter che ha imparato le regole del gioco, potrà scrivere in 10 minuti quello che prima scriveva in 30 o 40 minuti e magari in otto ore realizzare un intero ebook di 50 pagine che prima richiedeva diverse giornate di lavoro.

Un assistente del professionista quindi, non un concorrente. Per i copywriter che comprendono questa differenza, il futuro non riserverà sorprese. Per gli altri che faranno finta di niente…be’ dovranno stare attenti al loro posto di lavoro.

L’AI e noi

Come la stessa ChatGPT non ha mancato di sottolineare, l’Intelligenza artificiale pone un preciso problema etico. Come accoglierà il mondo testi, immagini, video, suoni, musica, prodotta dall’intelligenza artificiale?

Cerchiamo di dare una risposta limitatamente all’argomento di questo articolo, cioè il testo.

Molti si chiedono se il motore di ricerca di Google sarà in grado di accorgersi di un testo generato da una AI rispetto a quello prodotto da un umano. E se una volta accortosi della presenza dell’AI, indicizzerà gli articoli come sempre, o li penalizzerà?

Come puoi vedere da questa SERP dove i primi due articoli dicono esattamente uno il contrario dell’altro, la questione è controversa.

Una risposta univoca non è ancora giunta ed è normale che ancora non ci sia: l’intelligenza artificiale è una vera rivoluzione e durante le rivoluzioni le reazioni sono parziali, caotiche e contraddittorie.

In questo caso si tratta di una tecnologia rivoluzionaria, secondo molti esperti, paragonabile alla stessa nascita di internet (c’è perfino chi parla di singolarità, ovvero “il momento ipotetico nel quale saranno possibili intelligenze artificiali in grado di modificarsi”.

I tool per scoprire l’intervento dell’AI

Fortunatamente ogni volta che viene inventata una tecnologia, compare all’orizzonte anche il suo peggior nemico.

Scott Aaron, uno specialista di sicurezza e crittografia che ha lavorato per ChatGPT, ha scritto che OpenAI ha introdotto nei testi generati da ChatGPT un pattern di parole, lettere e punteggiatura che svolge la funzione di watermarking.

Dunque i contenuti artificiali sarebbero quasi sempre individuabili. Ma con quali strumenti?

Intanto la stessa OpenAI, creatrice di ChatGPT ha reso disponibile AI Text Classifier un proprio tool nel quale è possibile immettere un testo e farlo analizzare.

Lo strumento analizza un testo  (per ora solo in inglese) di minimo 1500 caratteri per restituire un risultato di probabilità.

I risultati? Alquanto sconfortanti. l’AI non appare in grado al momento di distinguere i fischi dai fiaschi.

Il problema che impedisce ad una macchina di riconoscere il lavoro di un’altra macchina è sempre l’intervento umano, ad esempio in questo caso l’editing di un testo. Più un testo prodotto da una AI viene ditato e modificato, maggiore è la probabilità che venga identificato come prodotto umano.

Altri strumenti stanno pian piano arrivando sul mercato: da quelli provenienti da nerd particolarmente smanettoni, come esempio GPTZero, applicazione realizzata da uno studente dell’Università di Princeton, che sarebbe in grado di scoprire se un testo sia stato scritto o meno da ChatGPT, ad altri già pronti per la commercializzazione.

Ma anche in questo settore siamo praticamente all’anno zero. Dopo numerosi test e prove, nessun tool è riuscito a scoprire un testo scritto da una intelligenza artificiale.

Come scrivere copy con l’AI in conclusione

Come hai visto, l’AI e l’applicazione liberamente usabile da tutti come ChatGPT (di cui è arrivata anche la versione a pagamento, promette di rivoluzionare tanti settori della nostra vita, con la possibilità di generare cambiamenti profondi ed epocali e questo naturalmente può generare inquietudine.

Ma l’intelligenza artificiale può essere anche una straordinaria occasione di cambiamento e di progresso tecnologico nel quale imparare a fare cose complesse più velocemente e con risultati migliori, liberando tempo prezioso per impegnarsi su altre cose, o anche semplicemente per aumentare il proprio tempo libero e la propria qualità della vita.

Tutto sta a come si reagisce di fronte a questa opportunità.

I copywriter ad esempio e tutti i creator digitali, hanno la possibilità di avere un assistente prezioso, certamente oggi ancora un po’ imperfetto, come uno stagista non particolarmente sveglio, ma che può migliorare molto nel tempo, specialmente se saremo in grado di formarlo al meglio, proprio come si fa con un assistente.

In caso contrario, be’ ci siamo capiti.

P.s. Questo testo è stato scritto da un umano. Provateci pure a riprodurlo con Chat GPT. Non ce la fa. Finora.