Come riconoscere un “fuffa marketer” (e come scegliere un esperto vero)

Nel marketing online il rischio “fake” o “fuffa” è estremamente diffuso. Una delle sfide più insidiose è riconoscere e distinguere i veri esperti di marketing online dai cosiddetti “fuffa marketer”. Si tratta di individui (e spesso anche agenzie) che promettono risultati straordinari e soluzioni rapide a problemi complessi, sfruttando la crescente domanda di consulenza nel mondo digitale. Tuttavia, dietro le loro promesse scintillanti si nasconde spesso una mancanza di competenza reale e una conoscenza superficiale del settore che causa non pochi danni alle aziende. Questo fenomeno non solo mette a rischio le finanze delle aziende che si affidano a tali figure, ma mina anche la fiducia nel marketing digitale come disciplina. In un contesto dove la competizione è feroce e l’innovazione costante, è cruciale per le imprese saper individuare veri professionisti che possano apportare valore reale. In questo articolo cerchiamo di fornire le chiavi per identificare i veri esperti di marketing online, evitando così di cadere nelle trappole dei “fuffa marketer”.

I finti guru ci accompagnano da sempre

Immagine: pixabay.

Il concetto di guru e leader spirituale risale a secoli fa ed è radicato nelle antiche tradizioni orientali in cui saggi insegnanti impartivano conoscenza, guida e illuminazione spirituale ai loro discepoli. Queste figure venerate erano viste come fonti di saggezza, guida morale e intuizione spirituale, guidando i loro seguaci nel percorso verso la scoperta di sé e l’illuminazione. La relazione tra guru e discepolo era basata sulla fiducia, sul rispetto e su un profondo impegno per la crescita e la trasformazione personale.

Nella società moderna, la figura del guru si è evoluta e ha assunto nuove forme, adattandosi al mutevole panorama culturale e ai progressi tecnologici. Con l’avvento di Internet e dei social media, la tradizionale relazione guru-discepolo è stata trasformata, consentendo una portata e un’influenza più ampie.

Oggi i guru si presentano in varie forme, dai coach di auto-aiuto ai mentori aziendali, offrendo consigli su tutto, dallo sviluppo personale al successo finanziario.

L’emergere di falsi guru nella cultura contemporanea, in particolare nella nicchia del marketing digitale, è diventata una preoccupazione crescente. La rete internet trabocca letteralmente di proposte di tattiche di marketing con promesse di ricchezza e successo rapidi e a costo zero o quasi.

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E se questi sono i casi più eclatanti, che invero non necessitano di particolari approfondimenti per giudicarli come quelli che sono, ovvero, truffatori poco o per nulla nascosti, c’è da prestare particolare attenzione ai sedicenti esperti che avvicinano le aziende millantando competenze e skill rivoluzionarie, nascondendosi dietro a termini tecnici in inglese, di cui fanno ampio sfoggio, lasciando intendere di padroneggiare tecniche e strategie spesso rivoluzionarie, ma che in realtà a stento sanno di cosa stanno parlando. 

Quest’ultima tipologia è la più insidiosa, in quanto spesso le aziende non hanno competenze interne in grado di valutare appieno le proposte di consulenti e agenzie di marketing. 

Questo è un esempio vero preso dall’annuncio di una agenzia di marketing letto recentemente:  

“Implementiamo una SEO holistica e data-driven, utilizzando advanced keyword research, backlinking strategico, e content optimization per migliorare la vostra search engine visibility. Il nostro focus su core web vitals e user experience assicura un incremento sostenibile nel ranking organico”.

Eh?

Un esperto vero può tradurre questa frase con “Ottimizzazione di siti web, con ricerca di parole chiave e l’utilizzo di link esterni comprati appositamente, miglioramento dei contenuti per i motori di ricerca, anche attraverso l’ottimizzazione della velocità di visualizzazione del sito”. E concluderebbe: “Niente di particolare, tutta roba che si trova gratuitamente in rete, spiegata anche molto meglio”.

Ma non è solo una questione di linguaggio. Spesso dietro l’utilizzo di termini inglesi si nascondono veri e propri autogol, come ad esempio:

“Per migliorare rapidamente il vostro ranking su Google, implementeremo una strategia di link building aggressiva che assieme ad una strategia di Keyword Stuffing aumenterà la vostra authority e vi porterà in cima ai risultati di ricerca”. 

Cosa?

“Link building aggressiva”, significa acquistare link esterni in grande quantità per aumentare la reputazione del sito. Si tratta non solo di una pratica obsoleta, ma è anche pericolosa. Acquistare link in massa (link farm) o utilizzando qualunque tipo di sito, spesso a sua volta di bassa qualità (un sito serio non vende link a terzi) è contro le linee guida di Google, che favorisce i link organici e naturali.

Google penalizza i siti che utilizzano tecniche di link building manipolative, e una strategia del genere può portare a una pesante penalizzazione, riducendo drasticamente il ranking del sito.  Altro che “successo”. 

La “Keyword stuffing”, ovvero il riempire testi di pagine con parole chiave in modo innaturale è una pratica vecchia e severamente penalizzata da Google. Questa tecnica non solo peggiora l’esperienza utente, ma può anche portare a una deindicizzazione permanente del sito dai motori di ricerca. 

Come scoprire un Fuffa marketer

I fuffa marketer utilizzano l’arte dell’inganno utilizzando una serie di tattiche manipolative per attirare vittime. Queste tattiche sono spesso sottili, ma incredibilmente efficaci, e sfruttano le vulnerabilità emotive e i pregiudizi psicologici dei loro obiettivi.

Alcune delle tecniche più comuni includono:

Sfruttare le vulnerabilità emotive

I fuffa marketer si rivolgono a imprenditori e aziende a basso tasso di competenze online e che stanno vivendo un tumulto emotivo, come sentimenti di inadeguatezza, paura o disperazione. Promettendo soluzioni a questi problemi, creano un senso di speranza e urgenza, incoraggiando le vittime ad agire rapidamente senza considerare appieno le conseguenze.

Questa manipolazione emotiva può essere incredibilmente potente, portando le persone a prendere decisioni impulsive dettate dall’ansia di uscire al più presto da una situazione di difficoltà.

Affermazioni stravaganti

“Successo, ricchezza o trasformazione dall’oggi al domani”. Queste promesse sono progettate per essere allettanti, giocando sui desideri e le aspirazioni degli imprenditori. Tuttavia, raramente si basano sulla realtà e certamente non sarà il fuffa marketer a fare la differenza.  

Tattiche psicologiche che fanno leva su bias e pregiudizi tipici

Come ad esempio il Bias di autorità, che si riferisce alla tendenza a fidarsi e a seguire individui che si presentano come esperti o autorità. O il Bias di conferma che si fonda sulla  tendenza a cercare informazioni che confermino le nostre convinzioni esistenti e a ignorare le informazioni che le contraddicono. I fuffa marketer spesso sfruttano questo pregiudizio, presentando informazioni in linea con i desideri e le aspirazioni di imprenditori e aziende, ignorando o minimizzando qualsiasi prova contraddittoria.

Naturalmente, i fuffa marketer fanno anche largo sfoggio di testimonianze e prove sociali, ma con una particolarità non da poco: pubblicano foto di persone con il loro nome di battesimo, e senza cognome. Oppure citando aziende non con il nome ma con “azienda di primaria importanza nel [inserisci settore qualunque]”. 

Sono tutte persone e aziende irraggiungibili e inverificabili. È necessario spiegare il perché? 

Successo immediato

Nel marketing, come nel business, il “successo immediato” semplicemente, non esiste. Il successo delle strategie e tecniche di marketing passano tutte, tutte, da un percorso lungo, che richiede impegno, dedizione e competenza del sapere cosa si sta facendo e perché.

Viaggio dell’eroe che da povero diventa ricco

Questo è un elemento che si ritrova spesso nei sedicenti esperti che vendono corsi online a persone comuni ma anche a imprenditori online. Il loro storytelling è: “Ero povero in canna, mi inseguivano i creditori, mi sentivo una nullità, ma poi con il corso di Mister Truffa ho scoperto come fare 30 mila euro al mese standomene sdraiato in spiaggia mentre incasso bonifici online in automatico ogni cinque minuti”.

Come si possa credere ad una roba del genere è spiegabile solo con un profondo disagio esistenziale che si sta vivendo. E purtroppo questo tipo di disagio è molto diffuso ed è per questo che questi falsi guri prosperano (ma molto meno di quello che loro vogliono far credere). 

Strategia universale frutto di un segreto

Il Fuffa marketer vanta di avere una strategia vincente, frutto di un ricetta o ingrediente segreto che solo lui conosce perché è lui, e solo lui, ad averlo creato e sviluppato. E questa strategia va bene per tutti i business, tutti (giustamente, perché rinunciare in partenza a dei target, quando puoi vendere a tutti? È un genio!). 

Ovviamente non c’è niente di più fasullo. Strategie e tecniche di marketing variano a seconda del tipo di business e anche per lo stesso business, una strategia può funzionare in un caso e nell’altro, praticamente identico non funziona.

Capita spessissimo e infatti il compito del vero marketer strategico è capire perché in questo caso non funziona e dov’è l’errore. Seguono quindi notti in bianco a vedere i numeri alla ricerca del problema. Altro che “Strategia che va bene per tutti”.

Partire da zero senza soldi

Altra tecnica molto utilizzata. Se non hai un soldo in tasca (a parte quelli che devi dare al fuffa marketer), non c’è problema: passerai lo stesso ad incassare cifre a quattro e cinque zeri pur non avendo i soldi nemmeno per comprare un caffè. Quello che non si spiega è perché milioni di persone che lavorano a nero o sono sottopagate si ostinino a cercare di unire il pranzo con la cena, invece di prenotare subito sei mesi alle Maldive, lasciando fare al Fuffa marketer.

(naturalmente, in caso di aziende, quest’ultimo particolare, partire senza soldi, verrà poi svelato subito, quando il fuffa marketer dirà che in effetti nel tuo particolare caso invece ci sono dei costi nascosti ed ineludibili. Ma sei te che sei sfigato, gli altri invece ce l’hanno fatta. Tutti). 

Presenza ossessiva su tutti i canali

Dovendo rivolgersi a tutti, con una offerta valida per tutti, anche per chi non ha un euro, è naturale che il fuffa marketer debba rivolgere a quante più persone possibili la sua straordinaria offerta e per questo utilizza tutti i canali possibili. Per cui te lo trovi su Facebook, su Instagram, su Google, e perfino su TikTok (su LinkedIn di meno o per niente, in quanto il rischio di sputtanamento lì è forte). 

Autoelogio senza elementi a sostegno

Il fuffarolo si concentra quasi esclusivamente sulla propria autocelebrazione e tanto questa è roboante tanto risulta priva della minima pezza d’appoggio di prove concrete o risultati verificabili. Oppure presenta diplomi e attestati di facoltà inesistenti, corsi mai sentiti nominare, o piattaforme di e-learning in cui verificare se effettivamente è stato conseguito un tal titolo e quando è impossibile. 

Come riconoscere un vero esperto di marketing online strategico

Dopo aver visto cosa evitare vediamo invece come riconoscere un vero esperto di marketing online di cui potersi fidare. 

I marketer seri e affidabili agiscono e si presentano in modo esattamente contrario a quanto esposto finora. Prima di scoprire come riconoscerlo, prendiamo in considerazione alcuni fattori che spesso ci spingono a fare le scelte sbagliate. Si tratta delle cosiddette “barriere al cambiamento”. 

Il risparmio

“Il risparmio non è mai guadagno”. Questo detto napoletano contiene una profonda verità. La ricerca del risparmio a tutti i costi, anche magari contro l’evidenza stessa dei fatti, spinge molti imprenditori e aziende a fare scelte sbagliate. 

La realtà è che scegliendo i bassi costi si ottengono sempre servizi scadenti, anche perché non si capisce per quale motivo un professionista serio dovrebbe svendersi a prezzi risibili. Ma non è vero nemmeno il contrario: come l’alto prezzo non è automatico segnale di qualità, non lo è neanche il prezzo risibile. 

La Resistenza al cambiamento

Cambiare professionista di riferimento è una scelta che comporta concentrazione, analisi, valutazioni, scambi di pareri e opinioni spesso contrastanti nel team di lavoro. Inoltre in questo quadro la familiarità insita nel rapporto con un consulente che già si conosce e con cui è facile (e comodo) dialogare, scoraggia in partenza la ricerca di un nuovo consulente. E questo però spesso comporta mancanza di innovazione e motivazione ad affrontare nuove sfide per cui sono necessarie anche nuove competenze, ma soprattutto nuovi approcci. 

Pareri e consigli poco attendibili

Siamo in Italia e molto spesso il primo metodo di ricerca di personale e di consulenti consiste nel chiedere consiglio a parenti e amici, e raramente a colleghi o peggio ancora competitor di cui naturalmente si diffida (sarebbe lungo spiegare i veri motivi di questa diffidenza che spesso coincide nel timore che succeda quello che faremmo noi se qualcuno ce lo chiedesse). 

Ma in questo modo spesso capita di ricevere segnalazioni di persone di cui non si ha esperienza diretta ma solo il sentito dire. Proprio come capita quando si ricevono consigli pressanti ad utilizzare auto tedesche considerate più affidabili esclusivamente da parte di chi non ne ha mai guidata una. 

Fatta questa premessa, vediamo come riconoscere un vero marketer esperto di marketing online. 

10 elementi per scegliere un vero esperto

Competenza Multidisciplinare

Un consulente strategico di marketing online deve possedere competenze in diverse aree del marketing digitale, tra cui SEO, copywriting, marketing automation, e analytics. Ad esempio, deve saper ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca, scrivere copy che converte, automatizzare le campagne di email marketing, e analizzare i dati delle performance delle campagne.

Esperienza consolidata

L’esperienza è un indicatore chiave di competenza. Un consulente strategico dovrebbe avere anni di esperienza lavorativa in vari settori e progetti di marketing digitale. Ad esempio, aver lavorato per diverse aziende e aver ottenuto risultati misurabili come l’aumento del traffico organico o delle conversioni.

Portfolio diversificato

Un portfolio diversificato dimostra la capacità di gestire con successo diverse tipologie di progetti. Un buon consulente dovrebbe essere in grado di presentare case study e testimonianze che evidenzino successi in vari ambiti del marketing online, come SEO, PPC, email marketing e content strategy.

Certificazioni e formazione continua

Certificazioni da enti riconosciuti come Google, HubSpot, e altri indicano una solida base di conoscenza e impegno nel continuo aggiornamento professionale. Ad esempio, una certificazione Google Analytics o una certificazione HubSpot Inbound Marketing.

Capacità analitiche e di reporting

Un consulente strategico deve essere abile nell’analizzare dati e fornire report dettagliati. Deve saper interpretare le metriche chiave come il traffico web, il tasso di conversione, il ROI delle campagne e fare aggiustamenti basati su questi dati. Ad esempio, deve essere in grado di utilizzare Google Analytics per identificare opportunità di miglioramento.

Pensiero strategico

Un vero consulente strategico non si limita a eseguire compiti specifici, ma sviluppa e implementa strategie di marketing complete e integrate. Deve essere capace di vedere il quadro generale e pianificare a lungo termine. Ad esempio, creare una strategia di content marketing che supporti la crescita organica e le campagne a pagamento.

Eccellenti capacità di comunicazione

La capacità di comunicare chiaramente e in modo efficace è cruciale. Un buon consulente deve saper spiegare concetti complessi in termini semplici e presentare i risultati delle campagne in modo comprensibile per tutte le parti interessate. Ad esempio, spiegare come una campagna di marketing automation può migliorare il tasso di conversione senza usare gergo tecnico.

Adattabilità e flessibilità

Il mondo del marketing digitale è in continua evoluzione. Un consulente deve essere flessibile e pronto ad adattarsi a nuove tecnologie e tendenze. Ad esempio, l’adozione di nuove piattaforme di social media o l’adeguamento alle modifiche degli algoritmi di Google.

Proattività e problem solving

Un consulente strategico deve essere proattivo e capace di risolvere i problemi. Deve anticipare i problemi e proporre soluzioni innovative prima che questi possano influenzare negativamente le campagne. Ad esempio, identificare cali nel traffico organico e intervenire tempestivamente per correggere la rotta.

Testimonianze e referenze

Le testimonianze e le referenze di clienti soddisfatti (reali e raggiungibili) sono un ottimo indicatore dell’affidabilità e delle competenze di un consulente. Chiedi sempre referenze e contatta alcuni clienti precedenti per avere un feedback diretto. Ad esempio, parlare con un cliente che ha visto un aumento significativo delle vendite dopo aver implementato le strategie proposte dal consulente.

Come riconoscere un “Fuffa marketer” (e come scegliere un esperto vero) in conclusione

Come hai visto, riconoscere un consulente strategico di marketing online implica valutare una combinazione di competenze tecniche, esperienza, capacità analitiche, e attitudine al problem solving.

E questo è possibile solo evitando di cadere in truffe e cialtronate varie, di cui questo paese trabocca, specialmente online.

Ora hai tutte le informazioni che ti servono per fare la scelta giusta.